Tachicardia: cosa fare in caso di battito cardiaco accelerato

Battiti troppo intensi o accelerati dovuti ad una corsa, ad una forte emozione, ma anche allo stress e ad uno sforzo fisico intenso. Sono i sintomi della tachicardia causata dall’aumento della frequenza cardiaca. Quando si presenta dà la sensazione di cuore in gola. Una percezione che può comparire all’altezza del torace, della gola o del collo che si può presentare sia quando si sta facendo uno sforzo fisico ma anche quando si è seduti o sdraiati. La tachicardia solitamente è un disturbo benigno. Se però si presenta frequentemente o in associazione ad altri sintomi è consigliabile non sottovalutare il problema e rivolgersi al proprio medico.

Quando può comparire la tachicardia

La tachicardia di frequente si presenta dopo i pasti. Può insorgere per l’eccessivo riempimento dello stomaco ma può essere anche di origine nervosa. Dopo un pasto abbondante, soprattutto se si sono introdotti cibi e bevande che tendono a liberare molto gas, lo stomaco tende a gonfiarsi nella parte sinistra subito sotto il cuore che, non potendosi contrarre liberamente, può alterare il ritmo delle contrazioni. Esiste anche la tachicardia notturna. Solitamente non è dovuta a problemi al cuore ma può essere causata da stati emozionali particolari o alterazioni fisiologiche come ansia, stress, attacchi di panico, cattiva digestione e consumo eccessivo di caffè e nicotina. E’ possibile che anche al mattino, quando ci si trova ancora distesi a letto, la tachicardia si manifesti poco dopo il risveglio. Anche la gravidanza può provocare un aumento della frequenza cardiaca. Può comparire inoltre anche nei bambini, a partire dai 4-5 anni di età, in seguito ad uno spavento oppure ad uno sforzo improvviso.

Quali sono le possibili soluzioni

Tachicardia

Una tachicardia lieve ed occasionale non deve allarmare eccessivamente anche se è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico di base per un consulto. Se dovesse essere più frequente, invece, al paziente sarà prescritta una vera e propria terapia farmacologica. I medicinali più usati sono quelli antiaritmitici o betabloccanti. Nei casi più gravi, invece, può essere necessario ricorrere all’ablazione chirurgica oppure al posizionamento di pacemaker o cardioverter attraverso un piccolo intervento in anestesia locale. Questi piccoli congegni elettrici sono in grado di ripristinare la normale frequenza cardiaca bloccando il disturbo sul nascere.

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